Non è il giorno della partita “derby” nella quale si scontrano i fascisti contro i comunisti, nella quale le diverse tifoserie rivendicano il diritto di essere ricordati. Almeno non per me.
Il 25 Aprile è la festa della Liberazione dalla dittatura, dalla dittatura fascista che ha portato il paese alla rovina e alla guerra, e non ci sono bonifiche e costruzioni di città che possano compensare il disastro e il male commesso.
Il 25 Aprile è la festa della democrazia e della libertà, che è stata conquistata a duro prezzo da cattolici, socialisti, monarchici, repubblicani e comunisti, che hanno pagato tutti un prezzo altissimo. E’ stata conquistata dai fanti, dai marinai, dagli avieri, dagli alpini e dai bersaglieri, dai carabinieri e dalle forze di polizia, con il loro impegno e tributo di sangue.
Nel processo di liberazione sono state commesse atrocità e ingiustizie? Certo, è innegabile: ci sono state vendette personali, vendette pubbliche, cose orrende perpetrate da ogni parte, cose che non si scusano ma che si spiegano e hanno un nome: orrori della guerra. Non si cercano scuse per quelle.
Il 25 Aprile è la festa della liberazione dalla dittatura, liberazione che è costata dolore e orrore.
Non è ammissibile parlare di Russia di Stalin, di Cina di Mao, di Spagna di Franco, di Portogallo di Salazar e di nessun altro.
Il 25 Aprile è dell’Italia e degli Italiani, è di coloro che hanno guardato avanti e costruito l’Europa Unita, è nostro, non consentiremo che venga sporcato da polemiche sterili e strumentali.
Il 25 Aprile è quello che consente ai fascisti di stare democraticamente in parlamento a far sentire la loro voce mentre il governo fascista mandava gli oppositori al confino o a morte.
Il 25 Aprile è di tutti, per tutti.
Amen.